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Sviluppare la Prontezza negli Ambienti ad Alte Prestazioni

  • Immagine del redattore: Rocco Baldassarre
    Rocco Baldassarre
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Perché dire «non è ancora pronto» è una strategia debole – e come l’allenamento mentale mirato sta cambiando le regole del gioco

Introduzione

«L’esperienza non è l’unica via per diventare pronti. Possiamo allenare la prontezza.»Con questa provocazione si è aperto l’ultimo HDI Podcast, in cui due specialisti della performance hanno smontato l’idea che agli atleti serva solo “più tempo” per competere a livelli superiori. Esempi concreti – giovani giocatori convocati in Nazionale dopo poche settimane di lavoro mentale – dimostrano che la prontezza è una competenza, non una questione di calendario.

Ecco i punti chiave e i passi pratici per club, coach e staff di performance.

1. Cosa Significa Davvero Prontezza (e perché va mappata)

  • Prontezza individuale: mentalità, chiarezza degli obiettivi e motivazione intrinseca.

  • Prontezza relazionale: come allenatori, compagni e staff amplificano (o frenano) il cambiamento.

Gli atleti non temono il cambiamento in sé, ma il cambiamento imposto senza coinvolgimento.

2. Le Quattro Barriere al Cambiamento

Barriera

Domanda chiave

Piano d’azione

Knowing (sapere)

Conosco il modello ideale – e so dove mi colloco rispetto ad esso?

Feedback basati sui dati, benchmark chiari.

Doing (fare)

Possiedo le abilità tecniche/comportamentali necessarie?

Micro-drill e pratica situazionale.

Feeling (sentire)

Mi sento a mio agio nell’usare la nuova abilità sotto pressione?

Ripetizioni a ritmo gara; tecniche di gestione dell’ansia.

Being (essere)

I miei valori e la mia identità sostengono questa crescita?

Coaching valoriale e role-modeling.

3. Sei Motori della Motivazione Intrinseca

  1. Piacere puro dell’attività

  2. Stato di flow o immersione totale

  3. Relazioni significative

  4. Ricerca della maestria

  5. Autonomia e auto-leadership

  6. Senso di scopo

Individua per ogni atleta i motori che lo spingono davvero: l’impegno diventa sostenibile.

4. Mappare la Mente dell’Atleta: il Modello HDI

L’assessment HDI illumina la “scatola nera” della performance mentale, monitorando 24 parametri in tre domini:

  • Forza Mentale (es. Determinazione, Equanimità)

  • Team & Relazioni (es. Armonizzazione, Costruzione di Relazioni)

  • Adattabilità Culturale (es. Apertura, Coachability)

I risultati guidano micro-esercizi quotidiani (5-10 minuti via testo o audio) che ristrutturano i pattern mentali senza appesantire l’agenda.

5. Caso Studio: da Prospetto a Nazionale in 12 Settimane

Campione: cinque atleti U-17.Metodo: assessment → piano di micro-training personalizzato. Risultati:

  • 3 giocatori promossi e convocati in Nazionale.

  • Gli altri 2 hanno aumentato i minuti giocati del 35 % e potenziato le metriche di sprint.

Lo staff tecnico ha notato il cambio di atteggiamento prima ancora di vedere i numeri, estendendo il programma alla prima squadra.

6. Costruire una Cultura Orientata alla Prontezza

La cultura “scende dall’alto”. Scelte quotidiane di leadership – chi viene premiato, cosa viene finanziato, quali comportamenti sono tollerati – creano il clima in cui la prontezza prospera o appassisce.

Pilastri chiave

  1. Coerenza tra valori dichiarati e azioni quotidiane.

  2. Rituali che celebrano l’apprendimento, non solo la vittoria.

  3. Feedback a 360° come norma.

  4. Investire nella performance mentale come leva di valore, non come costo.

7. Take-Away Pratici

  • Diagnosi prima di prescrivere. La mappatura indica dove intervenire.

  • Micro-dosi quotidiane. Cinque minuti mirati superano i workshop sporadici.

  • Trasforma i costi in asset. Accelerare la prontezza aumenta il valore di mercato e riduce il rischio flop.

  • Guidare con intenzione. Il comportamento dei leader – non gli slogan – cementa la cultura della prontezza.

Conclusione

Affidare la prontezza al semplice scorrere del tempo è come parcheggiare un’auto da corsa sperando che diventi più veloce da sola. Con una mappatura precisa, micro-training mirati e una cultura che premia il miglioramento continuo, la prontezza diventa allenabile – e misurabile – già a livello di academy.

La vera domanda non è «Quando sarà pronto questo atleta?» ma «Cosa facciamo oggi per renderlo pronto domani?»

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